Commento al sondaggio sul Ruolo dell’Ordine dei Medici
Cari colleghi,
vi presento il risultato del sondaggio sul ruolo dell’Ordine dei Medici che il nostro sindacato ha appena effettuato, composto da 10 semplici domande sulla percezione del ruolo dell’Ordine dei Medici e su quello che l’Ordine potrebbe o dovrebbe essere. Ben 104 colleghi hanno risposto al sondaggio, numero superiore alle nostre aspettative.
Alla prima domanda Pensi che l’ordine dei medici sia rappresentativo dei medici ospedalieri? il 74% dei nostri iscritti ha risposto che l’Ordine non li rappresenta. Dato abbastanza sconcertante poiché alla seconda domanda il 72% dei medici risponde che la funzione dell’Ordine dei Medici è importante ancorché prevalentemente (terza domanda) per l’aspetto rappresentativo (52%), organizzativo (15%), erogatore di servizi (14%), disciplinare (12%).
Si ritiene comunque (quarta domanda) che tutte le categorie debbano essere rappresentate nell’Ordine (94%) e che il medico ospedaliero (quinta domanda) debba continuare ad essere iscritto all’Ordine dei Medici (79%). Tuttavia ben il 35% dei medici non ha mai votato alle elezioni ordinistiche (sesta domanda).
Alla settima domanda Andresti a votare alle prossime elezioni se il sindacato ti proponesse una lista di nomi ospedalieri da votare? l’85% dei medici risponde di sì.
Alla ottava domanda il 74% dei medici afferma di non avere mai pensato di impegnarsi in prima persona nella gestione dell’Ordine anche se il 56% (nona domanda) afferma di essere disposto a dare un contributo fattivo come candidato.
Alla decima domanda Ritieni che sia giusto limitare il mandato del presidente a due sole volte? l’86% dei nostri iscritti ritiene che i mandati vadano limitati a due.
Commentare tali dati non è semplice. Perché i nostri iscritti ritengono che l’Ordine dei Medici non li rappresenta? Vorremmo analizzare la realtà di Ancona che conosciamo meglio. Nell’attuale consiglio direttivo di Ancona su quindici consiglieri 4 sono ospedalieri, quindi una componente non trascurabile, ma che evidentemente non ha lasciato il segno. La spiegazione potrebbe essere che tali colleghi sono stati scelti come persone gradite al presidente, che legittimamente propone ancorché informalmente una sua lista, senza un reale legame di rappresentatività dato il bassissimo numero di medici ospedalieri che votano alle elezioni.
Purtuttavia contraddittoriamente la funzione dell’Ordine viene ritenuta importante ancorché prevalentemente per la sola funzione di rappresentanza, come se ci fosse necessità di ricordare che anche i medici hanno un Ordine, mentre le altre funzioni risultano puramente accessorie.
Quasi all’unanimità i nostri iscritti richiedono che tutte le componenti mediche siano rappresentate nell’Ordine e questo trova abbastanza riscontro nella realtà ordinistica marchigiana.
I medici ospedalieri confermano a stragrande maggioranza di voler essere iscritti all’Ordine, ma in oltre un terzo dei casi non ha mai votato.
Affermano a grande maggioranza di essere disponibili a impegnarsi in prima persona o col voto anche se poi nella realtà affluenze significative non si sono mai verificate anche nel caso di liste chiaramente identificate come ospedaliere, costituite con grande difficoltà a trovare colleghi e colleghe disposte a impegnarsi.
Plebiscitariamente i nostri colleghi ritengono che vadano limitati a due i mandati del presidente. Qui è opportuno commentare che in due situazioni abbiamo presidenti che sono in carica rispettivamente da 24 anni (dott. Americo Sbriccoli a Macerata) e da 18 anni (dott. Fulvio Borromei ad Ancona). Vorremmo citare le parole del prof. Giuseppe Valditara, professore Ordinario di Diritto Pubblico Romano a Roma, secondo il quale “Uno dei pilastri della democrazia occidentale è costituito dall’alternanza nel potere. È un principio che risale alla Repubblica romana: per timore che ritornassero i re, la prima regola fu che i consoli non potessero durare più di un anno. Si vennero poi a fissare norme costituzionali per cui nessuno poteva ricandidarsi al consolato se non fossero passati dieci anni. Il XXII emendamento della Costituzione americana fissa il limite massimo di due mandati per il presidente della Repubblica. All’estero dopo una decina di anni anche i più grandi leader abbandonano il potere. Anche in Italia, per evitare pericolose e dannose affezioni al potere locale, si fissò all’indomani di Tangentopoli, il limite dei due mandati per i sindaci. Un limite analogo è stato introdotto nel 2004 per i governatori delle Regioni.”
Anche il costituzionalista Mario Bertolissi nel suo Piccoli principi: Notabilato locale e crisi della rappresentanza politica afferma che “il limite di iterazione dei mandati elettivi è il solo modo per impedire che gli uomini politici siano dei professionisti e che si comportino e si tutelino come una casta nella società…questo istituto è un rimedio funzionale, rispetto ai valori delle democrazie contemporanee: appunto perché per evitarne una loro irrimediabile decadenza…”
Parrebbe abbastanza ragionevole che anche i nostri presidenti si adeguassero a questo principio valido, non solo per i politici, in tutto il mondo libero. Personalmente siamo felicissimi che il sindacato che rappresentiamo abbia imposto il limite dei due mandati nelle segreterie aziendali, regionali e nazionali. Un segretario al primo mandato, se gli iscritti lo sosterranno chiederà di fare il secondo mandato e poi si tirerà da parte continuando a dare il proprio contributo costruttivo nei limiti richiesti dal futuro segretario, senza necessita di brigare, fare compromessi e fare attenzione a non urtare suscettibilità per continuare ad essere eletto.
Una considerazione finale: se l’Ordine dei Medici ha solo una funzione rappresentativa, come la maggioranza dei nostri iscritti ritiene, va bene qualsiasi presidente che abbia il physique du rôle (abbiamo sempre invidiato all’amico Borromei il suo buon gusto nello scegliere le cravatte) e può restare per tutta la sua carriera nel suo ruolo puramente rappresentativo, come un bel soprammobile che dove lo metti sta.
Se invece vogliamo che l’Ordine si appropri realmente di altre funzioni tra quelle possibili, ci vuole aria nuova, un consiglio rinnovato e un presidente nuovo in Ordini importanti come quello di Ancona e Macerata. Che ne direste di un presidente quarantenne coadiuvato da persone con più esperienza? Che ne direste di più donne a Macerata dove l’attuale consiglio ne vede solo una?
In questo senso gli attuali presidenti delle due sedi citate, che mi risulta intendano riproporsi, fanno da tappo.
Cordiali saluti.
Dott. Oriano Mercante Dott. Leo Mencarelli
Segretario e Vice Segretario Regionale Marche ANAAO-ASSOMED