Fumelli, Segretario: “Serve compattezza per ridare dignità e valore al nostro lavoro”

 

ANCONA – Anaao Assomed Marche risponde presente allo sciopero proclamato per mercoledì 20 novembre che coinvolgerà non solo i medici ma tutti i professionisti della sanità. “Ci stiamo organizzando per partecipare alla manifestazione a Roma – dice il segretario regionale Daniele Fumelli – convinti che occorra far sentire la nostra voce con l’obiettivo di ridare dignità e valore al nostro lavoro”. Le urgenze resteranno garantite ma l’impatto sui malati inevitabilmente ci sarà. “Ne siamo consapevoli – insiste il dott. Fumelli – ma se una categoria come la nostra giunge alla decisione di mobilitarsi e di astenersi per un giorno dal lavoro anche gli assistiti devono capire che ci stiamo muovendo non solo per noi stessi ma soprattutto per garantire ai pazienti di poter svolgere il nostro servizio e mettere a disposizione le competenze in condizioni se non ottimali almeno accettabili, cosa che oggi non avviene”.

I punti oggetto del mancato accordo con il Governo che hanno portato allo sciopero riguardano aspetti diversi e ormai noti. “Da anni lamentiamo finanziamenti insufficienti per la sanità – ricorda Fumelli – chiediamo il rispetto dei contratti, la previsione di un piano straordinario di assunzioni, la defiscalizzazione delle nostre indennità di specificità ed assistiamo alla fuga all’estero di tanti giovani professionisti cercando colleghi disposti a prendere il loro posto nei nostri ospedali a tutte le latitudini del globo e continuando a lavorare sapendo di rischiare quotidianamente una denuncia o aggressioni fisiche e psicologiche senza parlare della rinuncia a ferie, riposi, malattie per garantire i servizi lavorando in un’emergenza ormai cronica senza fine”.

Secondo Anaao Assomed Marche pochi cittadini conoscono le vere cause dei disservizi che subiscono nel Servizio Sanitario Nazionale e che minano la tutela della salute di tutti noi. “Lo sciopero e la manifestazione contiamo che sensibilizzino le forze politiche a comprendere che accogliere le nostre richieste è nell’interesse generale di tutti i cittadini e non in quello particolare di una categoria di lavoratori”.

 

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