Fumelli, Segretario: “Chi riconoscerà gli arretrati?”

ANCONA – Per il personale medico operante nei servizi di pronto soccorso la Regione Marche ha introdotto un aumento di 12 euro lorde per ogni turno di 12 ore da partire dal 1’ gennaio 2021 che salgono a 36 euro a partire dal 1’ gennaio 2023 e fino al 31 dicembre 2024 utilizzando i fondi ministeriali ripartiti quota parte a tutte le Regioni.

Anaao Assomed Marche, sindacato di medici e dirigenti sanitari, non ha sottoscritto l’accordo ravvisando delle criticità che ritiene siano state sottovalutate.

Per il segretario regionale Daniele Fumelli “ovviamente di per sé la notizia degli aumenti per chi lavora in condizioni disagiate anche se inferiori alle attese è positiva ma non è sufficiente a colmare il gap tra un medico in servizio che svolge il turno di Pronto Soccorso e un contrattista; (non essendo più attivabili le cooperative). “Ciò che ha sollevato la nostra perplessità – spiega – e quindi la mancata sottoscrizione, è la chiarezza circa la disponibilità dei fondi per gli arretrati da riconoscere a tutti i colleghi, oggi inclusi nella distribuzione degli incentivi per il pronto soccorso,  che hanno svolto in questi anni i medesimi servizi di guardia e che inevitabilmente dovranno vedersi riconoscere l’adeguamento della valorizzazione della guardia di pronto soccorso dovendo fare riferimento al CCNL in essere valido dal 2021 e scaduto nel 2023”.

“L’accordo regionale ha previsto di allargare la platea degli specialisti interessati dall’aumento – spiega Fumelli – che comunque è inferiore di circa il 30-40% a quello concordato nelle altre regioni, ma che aumenterà le rivendicazioni, a questo punto legittimate dallo stesso accordo, a corrispondere il differenziale tra quanto riportato nel CCNL e quanto previsto in questo accordo per un totale che stiamo cercando di calcolare ma che non sarà banale”.

Secondo Anaao Assomed Marche la destinazione dei fondi nazionali è molto chiara e non prevede di poter essere utilizzati per sanare pendenze passate ma solo per incentivare la copertura dei servizi. “La perplessità – conclude il segretario – è quindi circa chi si farà carico di corrispondere tale differenziale e in che tempi considerando che la Regione Marche non sembra disporre di fondi propri per completare tale operazione. Restiamo in attesa di chiarimenti che in sede di confronto non ci sono stati forniti”.