COMUNICATO STAMPA
Medici Psichiatri senza dispositivi di protezione efficaci.
Mercante, Anaao Assomed Marche: «Così non va». Alfonsi, Psichiatra: «Siamo operatori del SSN anche noi»
ANCONA – La carenza di dispositivi di sicurezza è un tema che non riguarda solo le Marche ma
i medici psichiatri si trovano a dover svolgere il proprio servizio esponendosi al rischio del contagio o se, se contagiati ma asintomatici, di trasmettere il Coronavirus ai propri pazienti.
La dott.ssa Emilia Alfonsi svolge il proprio servizio presso il Centro di Salute Mentale dell’Area Vasta 2 dell’ASUR nella sede di Ancona e, come delegato sindacale, ha raccolto la protesta dei colleghi dei vari presidi. «E’ necessario che gli operatori delle Strutture Residenziali Riabilitative ricevano i dispositivi utili a svolgere il proprio lavoro in sicurezza e invece hanno ricevuto le mascherine che nei giorni scorsi erano giunte anche in Lombardia e giudicate non idonee perché prive di marchio CE» – ha detto. «Se quelle stesse mascherine erano state giudicate non adatte, non si spiega il motivo per il quale siano arrivate agli operatori della Salute Mentale che lavorano in servizi essenziali (Centri Salute Mentale, Servizi di Diagnosi e Cura e Strutture Residenziali). Devono ricevere assolutamente i dispositivi utili a svolgere il proprio lavoro in sicurezza, senza diventare uno strumento di contagio, a meno che tali operatori non siano considerati operatori sanitari al pari degli altri colleghi. Eppure la legge 833/78 ha stabilito che la psichiatria, e quindi tutti gli operatori, fa parte del Servizio Sanitario Nazionale».
La pericolosità del problema è confermata dal fatto che in questi giorni a Fabriano presso la Struttura Residenziale Riabilitativa intensiva, alcuni medici siano risultati positivi al contagio, il reparto chiuso e 6 pazienti psichiatrici gravi dimessi».
Alle parole della dott.ssa Alfonsi seguono quelle del segretario regionale di Anaao Assomed Marche Oriano Mercante: «Così non va bene. Tutti gli operatori devono avere le adeguate protezioni e, in assenza di tali dispositivi, l’alternativa è chiudere i reparti ed i servizi».
A livello nazionale Anaao Assomed ha sottoscritto al pari delle altre sigle sindacali, un documento con il quale l’intersindacale diffida le aziende sanitarie a rispettare le disposizioni in materia di tutela della sicurezza sui luoghi di lavoro, mettendo a disposizione di tutti gli operatori sanitari in servizio nelle proprie strutture, i necessari dispositivi di protezione per garantire la loro l’incolumità. «Siamo in piena emergenza, si assumono giovani medici perché c’è bisogno di personale integrativo, si mandano i medici militari e poi non si dota il personale di protezioni adeguate? Dov’è la coerenza?» – si domanda Mercante.